San Tommaso descrive così il dono della sapienza: «è un dono dello Spirito Santo che provvede alla rettitudine del giudizio sulle cose divine, o su altre cose in base a criteri divini, per una certa connaturalità o unione col divino, la quale, come abbiamo detto, si compie mediante la carità» (S. Th., II.II, q. 45, a. 4); commenta il Cardinale: «si tratta pertanto di una conoscenza eminente di Dio; ma di una conoscenza che ha la sua sede nel cuore: è causata da un una intima unione con le cose divine. Il sapiente non è colui che sa le cose divine, ma che le vive, non colui che parla di Dio, ma contempla Dio. La sapienza ha il suo principio nell’amore: quell’amore che non avrà mai fine (1 Cor 13, 8). La sapienza ha tuttavia anche un aspetto pratico: ha il compito di dirigere tutta l’attività umana. Di fatto la sapienza ci porta a giudicare le cose umane secondo le regole divine: le regole divine sono contenute nell’amore di Dio, che ci è stato rivelato in Cristo Gesù. Le regole divine sono una persona: Cristo Gesù, come vive nel vangelo. Egli è il criterio del nostro operare» (Lo spirito della sapienza).

Le testimonianze di quanti hanno conosciuto il Cardinale De Paolis concordano nell’affermare che era un uomo sapiente: ci si rendeva subito conto di essere davanti ad una persona saggia, che guardava e giudicava le cose con una visione soprannaturale, alla luce della fede. Era ricercato appunto per questo. Non solo per la sua perizia nel campo del diritto, ma specialmente per la sua saggezza. Era continuamente sollecitato per sottoporre al suo prudente giudizio le questioni più diverse. Non soltanto i Sommi Pontefici hanno riposto la loro fiducia in lui, chiedendo il suo autorevole parere, ma anche Vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e laici: sono centinaia i pareri relativi a quesiti che gli sono stati richiesti dai dicasteri della curia romana, da vescovi, sacerdoti e religiosi di tutto il mondo. In tutte le sue risposte ed in tutti i suoi consigli traspare quella sapienza che è dono dello Spirito Santo, frutto della sua profonda unione con Dio.