Il Professore
L’insegnamento è stata l’attività principale del Cardinale De Paolis. Nel 1972 ha cominciato ad insegnare presso la facoltà di Diritto Canonico della Pontificia Università Gregoriana. Nel 1987 è stato chiamato a insegnare anche alla Pontificia Università Urbaniana in qualità di professore aggregato della facoltà di Diritto Canonico. Dopo essere diventato professore ordinario, nel 1998 è stato nominato Decano della stessa facoltà.
Il periodo di insegnamento nella Pontificia Università Gregoriana è stato particolarmente caro al P. De Paolis, avendone sempre e solo ricordi belli e pieni di gratitudine. Gli stessi professori che lo avevano accompagnato come alunno negli studi in gioventù, lo invitarono a partecipare al loro insegnamento come professore: i loro nomi erano sempre vivi nella sua memoria, soprattutto P. Olisio Robleda, S.J. il suo grande maestro che, in modo particolare, gli aveva fatto dono della sua amicizia e della sua fiducia. Oltre a lui, non gli sono stati meno cari P. Urbano Navarrete, S.J.; P. Jean Beyer, S.J.; P. Ignazio Gordon, S.J.: essi sono stati per lui maestri e padri. In modo particolare ha goduto della stima e dell’amicizia di P. Navarrete. Il Cardinale era solito affermare che quello che era, lo doveva alla Gregoriana e in particolare a questi Professori che gli hanno comunicato la loro scienza e la loro sapienza ed ha sentito sempre l’Università Gregoriana parte della sua vita, come testimoniato dai ringraziamenti espressi il giorno della sua ordinazione episcopale: «Intendo ringraziare la Pontificia Università Gregoriana, alla quale sento di essere particolarmente legato, per tutto quello che vi ho ricevuto, sia negli anni di studio che di insegnamento. Le persone che dovrei menzionare sono tante: dal Rettore ai tanti professori, di cui alcuni sono passati al Signore, agli alunni numerosi. Tra i professori, mi siano permessi due nomi: P. Olisio Robleda, defunto nel 1980, e P. Urbano Navarrete, qui presente» (Parole pronunciate nella Basilica di San Pietro, il 21 febbraio 2004).
Sebbene il campo di specializzazione del diritto del Cardinale De Paolis sia stato quello del diritto penale, quello dei beni temporali della Chiesa e quello della Vita consacrata, egli ha tuttavia affrontato, studiato e illuminato con i suoi preclari scritti tutte le principali questioni e problematiche del diritto canonico per quanto ne riguarda la storia, l’ambito della filosofia e della teologia del diritto, le norme generali, le associazioni di fedeli, il munus docendi ed anche il campo del diritto sacramentale, penale e processuale: non c’è libro del Codice di Diritto Canonico che non abbia trattato e illuminato con la sua dotta e sapiente penna.
I suoi scritti hanno la caratteristica dell’equilibrio, prudenza, profondità, del differenziare i diversi aspetti segnalando l’essenziale distinguendolo dall’accidentale, di chiarire, ordinare e distinguere. È stato senza dubbi frutto di una piena maturità, capace di guardare le cose dall’alto e dai sommi principi, capacità basata sulla padronanza assoluta di tutto il Codice di Diritto Canonico e di argomentare con estrema logica, sostenendo delle posizioni a volte apparentemente prive di un supporto normativo diretto e immediato, ma fondate su ragioni di logica interna acutamente trovate nel complesso del sistema codiciale e profondamente analizzate e giustificate.
Il suo caro amico Cardinale Urbano Navarrete ricordava: «Vedendo in sintesi l’attività apostolica del P. De Paolis, non può non suscitare ammirazione il fatto che abbia avuto la possibilità di scrivere tanto e su svariati argomenti. P. De Paolis ha il dono della chiarezza e semplicità di stile, tanto che, anche quando affronta problemi complessi, lo fa con un linguaggio facile che tutti possono capire senza sforzo. Possiede anche una particolare capacità di individuare i problemi nella loro essenzialità che espone gradualmente fino a penetrare in profondità le questioni. Per questa qualità dell’autore gli scritti del P. De Paolis affrontano la materia in modo personale e indipendente, ricorrendo con somma sobrietà alle note a piè di pagina per confermare con l’autorità degli altri le proprie affermazioni» (Urbano Navarrete, «Laudatio», in Iustitia in Caritate, Miscellanea di sturi in onore di Velasio De Paolis, Città del Vaticano, 2005, p. 18).